UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – È opera di un raffinato scultore nonché allievo prima e stretto collaboratore poi di Gian Lorenzo Bernini, il busto di Padre Angelo Menicucci collocato in una nicchia sul lato sinistro dell’ingresso principale della chiesa del Carmine, già Santa Maria del Fossitello, impropriamente chiamata San Michele Arcangelo. Si tratta di Giuliano Finelli, figlio di Domenico, mercante di Marmi, e di Maria Cassione, nato a Massa tra il 1602 e il 1603. Non si conoscono né il giorno né il mese. Allo stesso Finelli, o al suo ambito, potrebbe appartenere un’altra …

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UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – L’Amministrazione del Santo Spirito, nel 1612, capì che il centro nevralgico della tenuta non era Rocca Respampani,  sede del governatorato, ma Monte Romano, dove risiedeva la maggioranza dei coloni, quasi tutti ospitati in capanne di legno o in abitazioni di fortuna, e dove l’osteria, gestita dal canepinese Cione detto Maccione, era diventata un importante luogo d’incontro, di commercio e, più in generale, di aggregazione. Nella tenuta c’erano due tipi di lavoratori: coloro ai quali il Santo Spirito aveva affittato i terreni da coltivare, che arrivavano soprattutto dalla vicina Barbarano, …

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UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – Si narra che all’aurora di un giorno di metà giugno del 1946, un folto gruppo di canepinesi s’avviò a piedi verso Monte Romano, dove stata per iniziare la stagione della mietitura del grano. Dopo una scarpinata di circa 45 chilometri, durata un giorno intero, interrotta solo da brevi soste, i canepinesi, falce fienaia su una spalla e la bisaccia nell’altra, arrivarono nei pressi della meta. Il loro tragitto, al fine di sfruttare ogni scorciatoia e trovare riparo dal sole, si svolgeva quasi interamente su percorsi di campagna. Uno di …

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UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – I Farnese, pur imprimendo un significativo sviluppo a Canepina, imponevano alla popolazione pesanti gabelle. L’edificazione di grandiosi palazzi, comi quelli di Roma o di Caprarola, la realizzazione di strade e ponti, gli stipendi delle loro soldataglie costituite soprattutto da mercenari, richiedevano quantità crescenti di denaro. La situazione divenne insostenibile per i canepinesi, tanto che una delegazione di “notabili”, il 10 ottobre 1551, incontrò i priori di Viterbo e proposero di tornare sotto le loro insegne. In cambio chiesero che gli ufficiali e la magistratura inviata a Canepina non appartenessero …

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UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – Esattamente 476 anni fa, il 2 aprile 1544, Alessandro Farnese, 220° papa della Chiesa Cattolica con il nome di Paolo III, compì un atto destinato a cambiare le sorti di Canepina e non solo. Il pontefice, nato a Canino il 24 febbraio 1468 da Pier Luigi, signore di Montalto, e Giovannella Caetani, discendente della famiglia di Gelasio II e Bonifacio VIII, donò al figlio Pier Luigi (molti papi in quell’epoca avevano figli legittimi o meno) dieci centri della Tuscia, tra cui Canepina.

Di seguito il testo del diploma pontificio …

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