Nacque il 26 gennaio 1809, ordinato Gesuita divenne professore all’Università Gregoriana
Fu autore di numerosi libri, alcuni dei quali tradotti in varie lingue e ancora in commercio

UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – È stato uno dei più grandi epigrafisti italiani (la scienza che si occupa della lettura e interpretazione delle epigrafi antiche), professore di Retorica ed Eloquenza all’Università Gregoriana dove, dal 1853 al 1863, ha insegnato anche Sacra Liturgia. Innumerevoli i libri che ha scritto, alcuni dei quali, tradotti in varie lingue, sono ancora in commercio. Si tratta di Antonio Angelini-Rota, nato a Canepina …

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Salvò almeno quattro concittadini dall’alluvione prima di essere travolto e ucciso dalla piena

UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – Di lui si conosce solo il soprannome, Mascella, e la data della morte, il 24 settembre 1878. Ormai pochissimi canepinesi ricordano dove si trova «’e zzaddo Mascella», una cascatella lungo il fosso Rio Maggiore all’altezza della località Ferriera, oggi quasi completamente scomparsa, fino a qualche decennio fa era alta sette-otto metri. E proprio quel «zzaddo», ribattezzato con il suo soprannome, è l’unico riconoscimento tributato a Mascella, l’eroe dimenticato di Canepina.

La sua vicenda è collegata a …

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UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – È opera di un raffinato scultore nonché allievo prima e stretto collaboratore poi di Gian Lorenzo Bernini, il busto di Padre Angelo Menicucci collocato in una nicchia sul lato sinistro dell’ingresso principale della chiesa del Carmine, già Santa Maria del Fossitello, impropriamente chiamata San Michele Arcangelo. Si tratta di Giuliano Finelli, figlio di Domenico, mercante di Marmi, e di Maria Cassione, nato a Massa tra il 1602 e il 1603. Non si conoscono né il giorno né il mese. Allo stesso Finelli, o al suo ambito, potrebbe appartenere un’altra …

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UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – L’Amministrazione del Santo Spirito, nel 1612, capì che il centro nevralgico della tenuta non era Rocca Respampani,  sede del governatorato, ma Monte Romano, dove risiedeva la maggioranza dei coloni, quasi tutti ospitati in capanne di legno o in abitazioni di fortuna, e dove l’osteria, gestita dal canepinese Cione detto Maccione, era diventata un importante luogo d’incontro, di commercio e, più in generale, di aggregazione. Nella tenuta c’erano due tipi di lavoratori: coloro ai quali il Santo Spirito aveva affittato i terreni da coltivare, che arrivavano soprattutto dalla vicina Barbarano, …

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UNA STORIA AL GIORNO… TOGLIE IL VIRUS DI TORNO

CANEPINA – Si narra che all’aurora di un giorno di metà giugno del 1946, un folto gruppo di canepinesi s’avviò a piedi verso Monte Romano, dove stata per iniziare la stagione della mietitura del grano. Dopo una scarpinata di circa 45 chilometri, durata un giorno intero, interrotta solo da brevi soste, i canepinesi, falce fienaia su una spalla e la bisaccia nell’altra, arrivarono nei pressi della meta. Il loro tragitto, al fine di sfruttare ogni scorciatoia e trovare riparo dal sole, si svolgeva quasi interamente su percorsi di campagna. Uno di …

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